lunedì 2 febbraio 2015

A proposito de "La teoria del tutto"

Sabato pomeriggio sono andato al cinema a vedere "La teoria del tutto".
Quando, un paio di mesi fa, ho scoperto che sarebbe uscito a breve un film su Stephen Hawking la cosa mi ha subito interessato. Non è la prima volta che viene girato un film con protagonista uno scienziato, basti pensare ai matematici Nash e Turing nei rispettivi A beautiful mind e The imitation game, ma in questo caso mi sono sentito più coinvolto perchè lo scienziato in questione si occupa di argomenti che hanno fatto parte del mio corso di studi e che quindi conosco abbastanza bene.
Contemporaneamente però mi sono un pò intristito pechè mi sono reso conto che difficilmente sarei riuscito a vederlo sul grande schermo... Non andavo al cinema da poco più di due anni, vale a dire da poco prima che nascesse il mio primo bimbo, evento che ha ovviemente ridefinito le priorità e il modo di gestire il tempo libero. Visto poi che da non molto i pargoli sono diventati due il cinema, che io e mia moglie frequentavamo volentieri, è stato posticipato a data da destinarsi...
La svolta è arrivata quando, parlando con dei colleghi a scuola, ho buttato lì l'idea di proporre agli studenti più grandi che ne avessero voglia di andare a vederlo tutti insieme. Vista la situazione che ho descritto poco fa, l'unica possibilità per me era organizzare la cosa in un sabato o domenica pomeriggio, quando sarebbe stato realistico star via di casa senza gravare troppo sulla famiglia: alla sera, per quanto il cinema sia più suggestivo, la gestione dei bambini sarebbe stata ben più complicata.
L'idea inizialmente è piaciuta, poi però come spesso accade, la pratica si rivela diversa dalla teoria e alla fine in coda alla cassa del cinema UCI di Lissone eravamo solo in 3... Ok, speravo in un'affluenza maggiore e se fosse stato alla sera sarebbe sicuramente andata meglio, ma è andata bene anche così.

Scusandomi per il lungo preambolo, ora parlo del film. Non sono un critico cinematografico e non mi reputo molto bravo a descrivere un film quindi questa non è una recensione, solo la mia impressione.
A me è piaciuto. La storia di Hawking è senza dubbio affascinante così come le intuizioni che ha avuto. La trama, tratta dal libro "Verso l'infinito" scritto dalla prima moglie, comincia con un Hawking che ha appena iniziato il dottorato, che conosce la ragazza che diventerà sua moglie (e quindi l'autrice del libro) e che scopre la malattia che cambierà la sua vita. Il film prosegue raccontando come l'amore tra i due sia stato fondamentale per non perdere le speranze e continuare a portare avanti gli studi e il lavoro.

In parallelo vengono spiegati a grandi linee i contenuti delle teorie cosmologiche di Hawking mostrando anche il loro evolvere e cambiare nel corso degli anni.
Come mi aspettavo il regista non dedica troppo tempo ai dettagli scientifici e trovo che sia stata una buona idea: per far capire davvero come funzioni un buco nero e soprattutto in cosa consista la "radiazione di hawking" ci vorrebbe un documentario lungo e approfondito, non un film. A me è piaciuto vedere i continui richiami e accenni alle teorie dello scienziato durante il racconto della sua vita in modo da contestualizzarle.

Uscito dal cinema, dopo aver ringraziato i miei due compagni di visione, mi sono trovato a riflettere due due aspetti a mio avviso interessanti:
1. Pur non scadendo in sdolcinatezze, il film ha molte sequenze sentimentali, il cui filo conduttore è "se Stephen Hawking è quello che è oggi, lo deve alla relazione con la sua prima moglie". Sono convinto che sia vero ma allo stesso tempo mi fa strano pensare che poi, dopo 25 anni, i due si siano lasciati pur rimanendo amici. Per carità, sono cose che succedono, però un po' di tristezza la dà...
2. Stephen Hawking era già famoso prima di questo film e tutti quelli che sanno chi è sanno anche che la sua fama è legata ai buchi neri. Tuttavia se penso ai buchi neri mi vengono in mente tanti altri nomi altrettanto importanti se non di più. Avete mai sentito nominare Schwarzschild, Kerr, Shakura e Sunyaev, Chandrasekhar? Se non siete fisici credo di no, eppure anche questi scienziati hanno dato un contributo fondamentale alla questione e ce ne sono tanti altri! Perchè allora alcuni sono più famosi di altri?
Non credo esista una risposta sola. Il mio parere è che nel caso di Hawking i motivi siano fondamentalmente due. Il primo è ovvio ed è la sua malattia: un uomo di genio che vive bloccato su una sedia ed è costretto a parlare attraverso un computer è un caso più unico che raro, colpisce l'immaginario collettivo e a volte si fa quasi fatica a crederci. Un personaggio del genere non può passare inosservato e direi che se lo merita. Il secondo è altrettanto rilevante ed è l'aver scritto un libro divulgativo di successo. Hawking nel 1988 ha pubblicato "Dal big bang ai buchi neri - breve storia del tempo" in cui racconta la cosmologia al grande pubblico. Io l'ho letto anni fa e lo consiglio a tutti: è scritto bene ed è comprensibilie praticamente a tutti. Sarà un talento naturale o sarà che quando devi scrivere un libro a circa 4 parole al minuto quelle parole le scegli con cura, fatto sta che Hawking è un ottimo divulgatore. Ed è per questo secondo me che il suo nome è uscito dagli ambienti accademici ed è arrivato alla gente.

Restando in tema, concludo con uno spezzone di una puntata di "The Big Bang Theory" in cui ha partecipato, come guest star, il vero Stephen Hawking! Fenomenale.


Alla prossima!

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