La coincidenza è puramente casuale, semplicemente la data del 5 maggio era stata stabilita molto tempo fa in funzione di altre attività.
Vorrei provare a raccontare un po' com'è andata e a fare qualche riflessione (il meno possibile scontata e banale) sull'esperienza. Ho diviso il post in due parti (Il racconto e Il commento) così se siete interessati solo a una parte potete leggere solo quella, se invece non vi interessa nessuna delle due ci vediamo al prossimo articolo!
Il racconto
Personalmente non avevo grandi aspettative, confesso che sapevo a malapena com'era strutturata l'esposizione e avevo letto più che altro polemiche su tutte le brutte magagne all'italiana che le stavano dietro. Lo stesso si può dire per i ragazzi: tanti di loro neanche volevano andarci e ci è toccato insistere un po' per riuscire a convincerli.
A fine giornata, dopo circa 6 ore di visita, posso dire che l'esperienza è stata positiva: io sono rimasto colpito da molte cose e idem gli studenti, tanto che alcuni avrebbero voluto fermarsi di più!
Ma andiamo con ordine.
Finita la meritata "pausa birretta" abbiamo proseguito lungo il Decumano, per una rapida occhiata ai padiglioni della Svizzera e degli Stati Uniti, quest'ultimo piuttosto deludente...
Personalmente non avevo grandi aspettative, confesso che sapevo a malapena com'era strutturata l'esposizione e avevo letto più che altro polemiche su tutte le brutte magagne all'italiana che le stavano dietro. Lo stesso si può dire per i ragazzi: tanti di loro neanche volevano andarci e ci è toccato insistere un po' per riuscire a convincerli.
A fine giornata, dopo circa 6 ore di visita, posso dire che l'esperienza è stata positiva: io sono rimasto colpito da molte cose e idem gli studenti, tanto che alcuni avrebbero voluto fermarsi di più!
Ma andiamo con ordine.
Ritrovo alle 06.45 a scuola con 4 pullman pronti a partire. La levataccia era motivata dal timore del traffico milanese, timore che alla fine è rimasto infondato: prima delle 8 eravamo già nel parcheggio dell'ingresso Merlata. Per chi non lo sapesse i cancelli dell'Expo aprono alle 10 quindi c'è stato da aspettare parecchio... Il lato positivo è stato il dover fare meno fila ai tornelli: all'apertura di gente in coda ce n'era parecchia.
I controlli all'ingresso sono praticamente gli stessi che si vedono agli aereoporti: raggi x per zaini e borse, metal detector e tutto il resto. Da lì la strada da fare per arrivare effettivamente all'esposizione è lunghetta e un po' fastidiosa: il pavimento di asfalto bianco in un tratto assolato non è stata una buona idea! Per fortuna una volta arrivato a destinazione la situazione migliora: pavimento rossiccio e tensostrutture che permettono di camminare all'ombra lungo le due grandi strade principali (il Decumano e il Cardo).
Vista aerea della zona dell'EXPO |
Visto che l'Expo è davvero enorme è impensabile visitarlo tutto, per questo abbiamo diviso i ragazzi in gruppi ognuno con un suo obiettivo. Io ho accompagnato la quarta e la quinta dell'Artistico che, guidati dal collega di Architettura, hanno dedicato la mattina a visitare i padiglioni prestando attenzione soprattutto alle strutture e alle scelte tecnico-artistiche. Credo sia un modo sicuramente insolito di vivere l'Expo e dal mio punto di vista è stata una fortuna!
Davvero notevole il Palazzo Italia. Se non ricordo male è organizzato su 4 piani e ospita diverse stanze allestite in vari modi tenendo come filo conduttore ovviamente l'Italia con la sua cultura, i suoi paesaggi, i suoi prodotti e le sue risorse. Chi mi conosce sa che non sono un amante dell'arte moderna o contemporanea ma in questo caso, chi ha curato Palazzo Italia ha incontrato il mio gusto! Anche l'albero della vita, di fronte al palazzo, fa la sua bella figura.
In seguito abbiamo visitato i padiglioni di Emirati Arabi, Azerbajan, Santa sede, Thailandia, Brasile e Padiglione Zero. Agli Emirati Arabi si assiste a un cortometraggio sul tema della tutela delle risorse come l'acqua, la terra e le fonti energetiche, indispensabili per produrre il cibo. Molto spettacolare (e non stupisce visto quanto è costato...) ma a mio avviso un po' autocelebrativo.
Discorso analogo anche per il padiglione Thailandia seppur molto più spartano: l'ultima parte della visita è un filmato tutto incentrato sulla persona di "Sua Maestà il Re" con un taglio propagandistico che lascia un po' allibiti...
Verso le 13.30 ci dividiamo e iniziamo a cercare qualcosa da mangiare. Ci avevano messi in guardia sui prezzi eccessivamente alti dei vari ristoranti nei padiglioni e li abbiamo perciò evitati. Se si ha voglia di cercare un po' e di adattarsi si trovano in realtà diversi posti per pranzare a un prezzo normale. Io e il manipolo di alunni che stava con me abbiamo optato per un banalissimo thailandese take away a 5,5 euro: piatti pronti confezionati, scaldati al microonde e mangiati seduti su un muretto... Non è stato poi così male se non fosse che il negozietto offriva come bevande solo succhi di frutta, il resto a detta loro era ancora "fermo alla dogana"... Dopo mangiato decidiamo allora di affrontare nuovamente la lunga passeggiata del Decumano per raggiungere lo stand della birreria Poretti!
Birra Poretti "7 Luppoli - La Fiorita", niente male! |
Da questo punto in poi ho proseguito la visita da solo ma non ho visto più granchè. Ho ripercorso la lunghissima passeggiata per raggiungere il padiglione del Nepal: ero curioso di vedere se fossero riusciti a ultimarlo nonostante quasi tutti gli operai nepalesi fossero rientrati a casa in seguito al terremoto. L'ingresso del padiglione è finito e molto bello ma tutto il resto è ancora in costruzione, dentro ho intravisto una paio di persone al lavoro mentre nell'ingresso, insieme ad alcune foto della tragedia, c'è una teca di vetro in cui si può lasciare un'offerta.
Avrei voluto poi dare un'occhiata ai "clusters" dove si trovano riuniti intorno a un tema comune (legumi, caffè, cioccolato, ecc.. ) diversi paesi che non hanno un proprio padiglione ma purtroppo erano ancora da inaugurare...
Alle 16.15 ritrovo di nuovo all'ingresso Merlata per uscire e tornare agli autobus
Il commento
Tanti mi hanno chiesto: "allora, com'è? Bello?" E la mia risposta è sempre la stessa: "dipende".
Che l'Expo sia bello credo sia fuori discussione. La struttura è notevole, ben progettata e ben curata. Le visite e le attività sono coinvolgenti tanto che più di un alunno ha detto "non immaginavo che fosse così interessante!" La sensazione è quella di trovarsi in un parco a tema un po' come Gardaland: in fondo il costo del biglietto è molto simile e l'unica differenza sta nel fatto che al posto di attrazioni e montagne russe ci sono i padiglioni con le loro esposizioni.
Certo, un parco di divertimenti non ha niente da insegnare a chi lo visita e il suo unico scopo è quello di divertire; all'Expo invece, almeno apparentemente, gli obiettivi sono più alti. Ma è davvero così?
Ripeto: "dipende". Ovunque ci sono sono cartelli, video, installazioni e altro che parlano di lotta allo spreco delle risorse, di disuguaglianze nella distribuzione del cibo, di salvaguardia dell'ambiente eccetera quindi da un certo punto di vista l'obiettivo è raggiunto: chi visita l'Expo e non è analfabeta (reale o strutturale che sia) torna a casa avendo imparato qualcosa. Non sono affatto sicuro però che questo porti davvero a una sensibilizzazione globale sui temi trattati. Nei mesi passati l'Expo di Milano è stato dipinto da tanti come una grande occasione per combattere cose come la fame nel mondo e la cattiva alimentazione con l'obiettivo ambizioso di "nutrire il pianeta". La mia impressione di semplice visitatore però è stata un'altra: dentro l'Expo si parla di tutte queste belle cose ma fuori dall'Expo è e sarà esattamente tutto come prima. Naturalmente spero di sbagliarmi ma ci credo poco...
In quest'ottica allora "il cibo" diventa semplicemente il tema che unisce i vari padiglioni ma se fosse stato diverso (che ne so, "lo sport" o "la natura") sarebbe cambiato ben poco.
Mi ha deluso anche un po' la qualità delle informazioni nei vari stand: nella maggior parte dei casi erano molto superficiali mentre mi sarebbe interessato conoscere qualche dettaglio in più (per esempio sui bio-carburanti di cui parlavano gli Emirati Arabi).
I costi all'interno non sono tutti così esagerati come temevamo ma nella maggior parte dei casi sono comunque un po' sopra media (ad esempio una bottiglietta d'acqua da mezzo litro costa 1 euro e 50...). Chi ha mangiato la pizza ha detto di aver speso come in una normale pizzeria, chi ha preso la paella nel padiglione Spagna invece ha speso 18 euro per una porzione scarsa...
Vale la pena allora andare a visitarlo?
Io ritengo di si.
Come ho già detto, dal punto di vista artistico e architettonico è tutto fatto molto bene, ci sono cose interessanti da vedere e alla fine la visita risulta piacevole. Le aspettative però devono essere quelle di uno che va a vedere una mostra interessante e in parte divertente, senza scopi particolarmente etici o altamente culturali.
Mi sento però di dare un avvertimento: io ci sono stato in un giorno di bassa affluenza e non eccessivamente caldo ed è stato comunque estremamente stancante. L'idea di visitarlo in un caldo giorno estivo con code da fare ad ogni padiglione mi preoccuperebbe. Se volete andarci mettete quindi in conto di dedicare tutta la giornata se non più giorni (il fatto che il biglietto serale 19-23 costi 5 euro non è male) per fare le cose con calma e programmate al meglio quello che volete vedere per evitare di fare avanti indietro lungo il Decumano come ho fatto io: ogni passo inutile è uno spreco assolutamente da evitare!!
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